Da mamma separata sento da tempo il desiderio di condividere questo pensiero con le coppie che si affacciano alla genitorialità. Sono una mamma più che imperfetta e non ho nulla da insegnare sulla genitorialità. Però mi piace condividere quello che ho osservato nella mia storia e che osservo in molte coppie di genitori amici, parenti o clienti. Credo che si debba riflettere, molto più di quanto si faccia, sul passaggio da coppia a coppia a coppia genitoriale, poiché ritengo che un passaggio non consapevole sia una delle cause più diffuse di separazione.
Per sposarsi in chiesa è obbligatorio fare un corso prematrimoniale, ebbene, io farei piuttosto fare dei corsi pregenitoriali per tutti, per tutte le coppie, che si sposino o meno. Perché anche la coppia più consolidata, che sta assieme da tempo, in una relazione in cui ognuno dei due ha imparato a conoscere l’altro coi suoi pregi e i suoi difetti, nel momento in cui diventa coppia genitoriale subisce un cambiamento molto profondo, direi un vero e proprio cambio di identità, acquisendo l’identità di genitore: prima ero un uomo o una donna, adesso sono padre o madre, con tutto ciò che questo comporta.
Ognuno di noi porta dentro di sé un modello genitoriale che si forma in base a come i nostri genitori ci hanno cresciuti, che inevitabilmente influenzerà il nostro modo di essere genitori o perché aderiremo a questo modello o perché ci vorremo allontanare da esso, avendolo percepito come non positivo per noi; spesso capita che ci vogliamo allontanare dal quel modello e invece lo abbiamo introiettato in modo talmente profondo, che ci ritroviamo totalmente immersi nel riproporlo, lo incarniamo e lo agiamo nostro malgrado… quante volte mi sono sentita dire da una mamma: “e mi ritrovo a dire le stesse cose che mi diceva mia madre…”. Ma le aspettative che abbiamo su di noi come genitori sono solo una parte della questione, poiché subentrano quelle abbiamo nei confronti del nostro partner, l’altro genitore, sul quale abbiamo proiettato il nostro “padre o madre ideale”; è proprio qui che nascono i guai! Perché l’altro genitore è a sua volta impegnato a gestire sé stesso come genitore, un mestiere che, come ben sappiamo, nessuno ci insegna.
E quindi ci aspettiamo che l’altro si comporti in un determinato modo in base a ciò che abbiamo proiettato su di lui/lei, poiché non abbiamo esperienza precedente del suo modo di essere genitore. Si apre quindi il mondo delle aspettative, destinate spesso a venire deluse, lasciando così spazio a tensioni o a silenzi che costruiscono muri. Per questo sono convinta che sarebbe fondamentale, quando si decide di diventare genitori, che ci si confronti sulle aspettative, su come ci si immagina che potrà essere crescere dei figli assieme; fare un percorso di consapevolezza prima di diventare genitori servirebbe a tirare fuori prima, quello che, inevitabilmente, emergerà poi, comunque.
Questo non escluderà la possibilità che si presentino difficoltà o divergenze di visioni, ma sicuramente sarà una buona base da cui partire per un confronto consapevole e costante su questioni che non vanno mai date per scontate.